Italian Investment Council, Lorenzo Fontana: fondamentale attrarre gli investimenti esteri – Milano Finanza

Bisogna lavorare su stabilità economica e politica, fiscalità, assetto normativo e burocrazia per rendere più attrattivo il Bel Paese, sottolinea il Presidente della Camera Lorenzo Fontana al convegno di Italian Investment Council-Remind

«In un mondo sempre più interconnesso, gli investimenti esteri rivestono un ruolo essenziale. Questo è tanto più vero per l’Italia, il cui tessuto produttivo è rappresentato in gran parte da piccole e medie imprese, che si caratterizzano per la loro vivacità e per la conseguente necessità di finanziamento delle loro attività». Questa l’opinione espressa dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel messaggio inviato in occasione del convegno di Italian Investment Council-Remind a Roma.

Negli ultimi anni l’Italia sembra aver imbroccato la strada giusta «per attrarre capitali e su questa occorre insistere». I principali fattori che incidono sull’attrattività di un Paese e quindi sulla scelta di un’azienda di investire nel territorio sono, secondo Fontana: stabilità economica e politica, fiscalità, assetto normativo e burocrazia. Obiettivi verso cui risulta «cruciale il dialogo tra tutti i soggetti coinvolti, e in particolare la collaborazione tra il settore pubblico e il settore privato».

 

Proprio per «favorire una diffusa condivisione di buone pratiche e di positivi progetti che interagiscono positivamente tra pubblico e privato, tra realtà nazionali ed europee» è stato organizzato l’incontro Italian Investment Council ha ribadito il presidente di Remind, Paolo Crisafi.

«Siamo infatti convinti che solo attraverso un metodo di lavoro improntato al rispetto dei ruoli, fondato sulla valorizzazione delle persone, sul rispetto delle regole, sulla difesa di valori propri della nostra tradizione e della nostra storia, potremo rispondere con puntuale efficacia e produttiva efficienza alle sfide che abbiamo di fronte, nel presente e nel futuro; ciò forti della nostra adesione ai valori più autentici della civile convivenza e volti al benessere e alla sicurezza di Persone e Imprese oltre che alla crescita dell’Italia».

Il ruolo della concorrenza per l’attrattività 

Decisive risultano anche le dinamiche concorrenziali per determinare la competitività di un Paese. Perché, ha spiegato Guido Stazi, segretario generale dell’Antitrust, «la concorrenza è un modo per far valere le eccellenze del Paese, perché è contro le rendite di posizione e a favore delle imprese più dinamiche».

L’internazionalizzazione del sistema produttivo

Non lontana è la logica dietro la valorizzazione dell’export italiano e la volontà di rendere più internazionale il sistema economico e produttivo italiano. «che ha guidato sin dall’inizio il mio mandato» ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio e il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione InternazionaleAntonio Tajani, sempre preservando «coerenza tra la politica industriale, la politica estera e la politica di sicurezza». E i risultati iniziano a vedersi: «il nostro saldo commerciale crescere nel 2023 grazie ad un rafforzamento delle nostre posizioni sui nuovi mercati». E l’Italia è tra i primi tre esportatori a livello mondiale in oltre mille categorie merceologiche, riporta Tajani.

 

Risultati a cui il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, ha aggiunto sia il fatto che l’Italia ha superato la Corea del Sud nella top 10 dei principali Paesi esportatori al mondo, attestandosi al sesto posto, sia che il Bel Paese assieme alla Francia (con un +1,7%) è l’unico top 10 esportatori che non hanno registrato un dato negativo rispetto all’anno precedente. Per il Made in Italy da segnalare, in particolare, sempre secondo Zoppas, le buone performance di vendita di beni strumentali (+8,4% sul 2022) e di quelli di consumo (+2,7% sul 2022).

In forte crescita, in dettaglio l’export macchinari e apparecchi (+8,8% sul 2022) che, per la prima volta, ha superato i 100 miliardi di euro, generando un surplus commerciale di 58 miliardi.

L’opportunità dei fondi del Pnrr

L’Italia ha tra le mani un’opportunità che non può permettersi di perdere: la messa a terra del Pnrr, ha sottolineato il ministro degli Affari europei, delle politiche per la coesione e per il Pnrr, Raffaele Fitto intervenendo all’Italian Investment Council.

Dopo avere ottenuto il pagamento della terza e della quarta rata del Pnrr, «siamo ora in attesa della quinta e siamo l’unico paese in questa condizione». Certo è che il Pnrr è per la stragrande maggioranza a debito e «quindi la qualità degli investimenti è fondamentale per accompagnare la crescita e il rientro di questo debito» facendo per giunta in modo da evitare che «le risorse vadano nella direzione opposta rispetto a quella del piano e cercare di colmare il gap infrastrutturale fra le regioni, assicurando investimenti al Mezzogiorno».

 

 

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